Le spettacolari creste e cenge erbose lasciano il posto agli ampi valloni glaciali delle Vette Feltrine. Un susseguirsi di “Buse”, conche, che sono lo scrigno di alcune tra le più rare specie botaniche.
Parte dell’attraversata si compie all’interno di un’area di riserva integrale dove rimanere all’interno del sentiero non è solo un obbligo ma un azione consapevole per garantire il preservarsi di questa incredibile diversità di flora e fauna.
Lasciatevi incantare dalla magnifica fioritura della “Busa delle Vette”
Anche in questo tratto non sarà difficile venir circondati da gruppi di camosci e mufloni che si rincorrono tra le varie cime di questa catena soprattutto nelle prime ore del giorno.
Un ambiente ricco di storia e leggende, tra diavoli, streghe, slitte colme di ghiaccio, partigiani e la figura di Bill Tilman che ne rimase incantato.
Dal rifugio Boz si segue il segnavia CAI 801 in direzione del Passo Finestra. Qui, guardando a destra, si seguono le tracce che conducono alla cresta del monte Zoccarè Alto prima e al Sasso Scàrnia poi (breve tratto aereo).
Aggirato il versante meridionale del Sasso Scàrnia si incontra sulla sinistra il sentiero che scende verso forcella Scarnia. Al bivio si riprende a salire su un buon tracciato fino a conquistare la sella in prossimità del monte Ramézza (2250).
Da qui, attraverso la suggestiva “Piaza del Diaol“, si giunge al Passo Piétena percorrendo una zona della Riserva Integrale.
Terminato il percorso all’interno della Riserva si riprende la mulattiera militare che conduce attraverso la Busa delle Vette al rifugio Giorgio dal Piaz.