Sass de Mura


La montagna dei feltrini

Il Sass De Mura si erge tra le Alpi Feltrine, come una possente bastionata rocciosa, avvolta da una cintura di cenge, le “banche”, che celano accessi più o meno articolati alle sue due cime.
E’ la prima cima ad accogliere chi sale dalla pianura, ma è soprattutto la cima degli alpinisti feltrini, custodita gelosamente, che grazie al suo carattere selvaggio e severo, ancora oggi sfugge al turismo di massa.

I primi a salire in vetta al Sass de Mura, sulla cima ovest, furono tre alpinisti britannici, Richard Beachcroft, Arthur Cust e Charles Comyns Tucker e la guida di Chamonix Francois Devouassoud. Compirono l’ascensione il 6 settembre 1878, lungo la cresta occidentale provenendo dai Cadìn de Nèva. Ma fu una conquista parziale, infatti si fermarono sulla cima minore, rinunciando alla traversata fino alla cima principale, ritenendola un problema alpinistico di impossibile soluzione.
La traversata tra le due cime sarà compiuta il l 9 agosto 1884, da tre alpinisti austriaci, precursori dell’alpinismo “senza guide”: i fratelli Otto e Emil Zsigmondy e Ludwig Purtscheller.

La cima maggiore del Sass De Mura viene conquistata il 23 agosto 1881, dal versante est con passaggi di terzo grado, da una cordata italo-austriaca: Luigi Cesaletti, Demeter Diamantidi e dal cacciatore di camosci e contrabbandiere Mariano Bernardin detto Gabian.
Era la prima volta che una Guida Alpina bellunese, e quindi italiana, e una Guida Alpina trentina, e quindi residente nell’Impero austro-ungarico, scalavano insieme una montagna.

Da ricordare come Luigi Cesaletti, quattro anni prima, aveva salito in solitaria la Torre dei Sabbioni, dando uno scossone in termini di mentalità e di tecnica all’alpinismo dolomitico.

La via Cesaletti-Diamantidi-Bernardin nel 1946 prenderà il nome di via “della Croce” quando, per celebrare la nascita del primo Gruppo Rocciatori Feltrini, fu portata sulla cima maggiore del Sass de Mura una croce, oggi andata distrutta.

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