Anche se l’origine del toponimo Piani Eterni non è stata finora chiarita, è innegabile che persino il loro nome parli di una natura misteriosa e per certi versi inquietante.
Il vasto altopiano colpisce fin dal primo colpo d’occhio per le estese superfici di calcari grigi su cui il carsismo ha lasciato profonde e sinuose cicatrici. Crepacci, inghiottitoi, campi solcati si avvicendano in un susseguirsi di forme morbide e arrotondate su cui ci si avventura a fatica, ammaliati dal loro fascino.
Queste superfici nascondono poi un mondo sotterraneo in cui cavità, grotte e cunicoli sono la via attraverso cui l’acqua scorre rapidamente per centinaia di metri alimentano numerose sorgenti carsiche.