Una delle piante più riconoscibili delle nostre montagne è sicuramente il maggiociondolo, soprattutto nel periodo della fioritura, che come suggerisce il nome, inizia a maggio e termina in luglio.
Con i suoi fiori giallo intenso penzolanti ha ispirato poeti e scrittori quali Francis Thompson, che gli dedicò alcuni versi e J. R. R. Tolkien che prese ispirazione proprio dal maggiociondolo per creare uno degli alberi magici de Il Silmarillion.
Crescendo a quote comprese tra i 600 e i 1600m, non forma boschi puri, ma lo si può con sorpresa incontrare di tanto in tanto, in freschi e umidi boschi di latifoglie, nascosto tra carpini e faggi, a seconda dell’altitudine.
Una particolare caratteristica di questa pianta è quella di avere un legno, soprattutto in età avanzata, il cui colore è molto simile a quello dell’ebano, in quanto l’ossidazione del fusto gli conferisce una tinta bronzea.
Un albero dalle parvenze magiche, ma al quale le credenze popolari attribuivano dei connotati negativi, tra i quali il fatto che, un tempo, i suoi rami flessibili e resistenti servissero per costruire archi molto potenti e letali. Inoltre, alcune parti di questa pianta risultano fortemente tossiche, tuttavia alcuni animali possono ingerirle senza problemi.
Se passate dal rifugio Boz, chiedete allo storico gestore Daniele di farvi assaggiare la grappa di eghel (maggiociondolo in dialetto bellunese), ma attenti a non esagerare!