Barban Luca


...il percorso mozzafiato sospeso su strette cenge erbose che entra nel cuore più selvaggio delle Vette Feltrine è tutto per noi...

108 Km di sentieri da percorrere in quota divisi in 7 tappe compiute in 44 ore, per un totale di 6100 metri di dislivello positivo e 6370 negativo che attraversano integralmente il primo parco istituito in Italia (1988 – patrimonio UNESCO dal 2009), il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, 32.000 ettari di superficie, oltre 1400 specie di fiori e piante in alcuni dei luoghi meno antropizzati e più selvaggi delle Dolomiti: questi i numeri dell’Alta Via delle Dolomiti Bellunesi.

Il percorso parte da Forno di Zoldo (848 m), punto più a nord del Parco e attraversa il gruppi del Prampèr, del Mezzodì, della Schiara, del Cimónega; aggira i selvaggi e quasi impenetrabili Monti del Sole, sale sui Piani Eterni, permette di ammirare le imponenti pareti del Sass de Mura e poi, con una lunga traversata lungo le Vette Feltrine conduce a Feltre (325 m), porta meridionale del Parco.

Dislivelli importanti, pochi punti di appoggio, rifugi rimasti tali nel tempo, sentieri esposti dove è necessario passo fermo, esperienza e una certa confidenza con la montagna.

Partiamo sabato 24 agosto da Forno di Zoldo (848 m), risaliamo la Val Prampèr nel primo pomeriggio, su rotabile prima e poi su sentiero CAI 523, arrivando prima alla verdeggiante Malga Prampèr (1540 m) per poi salire gli ultimi 300 mt di dislivello fino a giungere all’accogliente rifugio Sommariva al Pramperèt (1857 m), dove ci attendono una calda cena e un suggestivo tramonto.

Il primo vero giorno di Alta Via ci porta alla quota più alta del percorso, i 2451 m della forcella sud dei meravigliosi Van de Zità, dove il panorama si staglia grandioso verso le vette nord del Cadore; scendendo verso il rifugio Pian de Fontana (1632 m), molti sono i camosci e le marmotte, non poi così timide a lasciarsi fotografare e quasi avvicinare. Sul sentiero di discesa, in parte attrezzato, bella vista sul gruppo della Schiara, mentre un lungo sentiero ci porta in maniera piacevole a immergerci nella Val Vescovà, dove raggiungiamo il rifugio Bianchet (1250 m), che ci accoglie con sedie a sdraio a poter godere l’ultimo tepore del sole con lo sguardo rivolto all’inconfondibile gusela del Vescovà.

 

Il terzo giorno è una lunga camminata di 27 km che ci porta dapprima a risalire, quindi ad attraversare (ponte della Muda), e infine a ridiscendere il torrente Cordevole, lungo l’ombrosa e antica Via degli Ospizi, che si apre in prossimità delle belle architetture della romita certosa di Vedana; quindi ci portiamo su strada provinciale a raggiungere il lago del Mis, dove a Pian Falcina (440 m) si aprono per noi le porte di una confortevole casetta in legno con cucina in autogestione (e doccia abbondante), ma prima di cena c’è ancora tempo e fiato per una visita agli spettacolari cadini del Brenton e alla roboante cascata della Soffia. La sera giunge mentre osserviamo in controluce il m. Pizzocco e la serenità dello specchio d’acqua del Mis.

 

Siamo al quarto giorno, cuore della settimana in Alta Via, e la giornata si divide in due parti: la prima su strada provinciale che risale il Cordevole fino all’altezza di Titele per poi attraversare il corso d’acqua in direzione dell’abitato di Pattine e, poco oltre, una visita è d’obbligo a ciò che resta della “California bellunese”, incorniciata dalla purezza della mole del Cimònega; la seconda parte invece è un’autentica, lunga salita nel fitto bosco attraversato dal sentiero 802 fino a forcella Pelse (1847 m), dove finalmente l’orizzonte si apre sugli splendidi Piani Eterni, sulla cui conca si erge a 1790 m la rustica malga Erera, che ci ospita in locali che sanno di sapori autentici di formaggi freschi e stagionati, che gusteremo a cena e a colazione, in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e l’alpeggio di Heidi e Peter ci suggerisce una trasposizione letteraria dal cartone animato d’infanzia a una rara realtà del XXI secolo.

 

Giovedì si apre con previsioni meteo poco incoraggianti, ma la voglia di lasciarci incantare dal percorso non ci abbandona, e alla fine siamo premiati dal sole: il percorso mozzafiato sospeso su strette cenge erbose che entra nel cuore più selvaggio delle Vette Feltrine è tutto per noi, e lo possiamo già gustare da forcella dell’Omo (1946 m), dove l’adrenalina sale a scorgere da lontano l’impervio e sovente esposto sentiero 851, solo in parte attrezzato. Ma le emozioni non sono ancora finite: ci aspetta il pianoro di Casera Cimonega (1637 m) con il suo incantevole panorama sull’omonimo gruppo montuoso, e da qui su sentiero 801 percorriamo il Troi dei Caserin verso il mitico Sass de Mura, dove, superato il passo (1867 m), scendiamo velocemente a raggiungere il bel rifugio Boz (1718 m).

 

Dopo aver abbondantemente fatto colazione e riempito le borracce dell’acqua fresca disponibile al Boz, ci incamminiamo sull’Alta Via n. 2 per gli ultimi due giorni del nostro percorso: la meta di oggi sono gli ampi valloni glaciali delle Vette Feltrine, un susseguirsi
di “buse”, conche, catini tutelate a riserva integrale e rappresentate dalle morfologie del m. Pavione e che conservano alcune tra le più rare specie botaniche delle Dolomiti. Saliamo subito quindi il sentiero 801 (che ci condurrà fino all’arrivo a Feltre, termine dell’Alta Via n. 2 e della nostra Alta Via delle Dolomiti Bellunesi) portandoci a Passo di Finestra (1766 m) e da qui seguendo le tracce che ci portano su cenge aeree ed esposte verso lo Zoccarè Alto (1929 m), il Sasso Scàrnia (2150 m) e quindi il m. Ramezza (2250 m), da dove contempliamo la Piazza del Diavolo, luogo ricco di fascino e leggende che ci conduce attraverso l’incantevole Busa delle Vette al rifugio Dal Piaz (1993 m), ultima struttura che ci accoglierà per il pernotto. Ci rimane del tempo per una veloce passeggiata ai circhi delle vette glaciali, prima di ritornare per cena e goderci forse il più bel tramonto dell’intera settimana.

 

 

Siamo all’ultimo giorno, venerdì 30 agosto: ci attende una lunga discesa verso Feltre, con scorci panoramici sull’intera vallata feltrina, prima su bosco misto fino a Croce d’Aune, quindi su prati e falsopiani in direzione di Pedavena e quindi di Feltre (m. 325), dove ci concediamo – sempre zaino in spalla – una visita al centro medievale e una sosta all’Ufficio Turistico nella rinascimentale piazza Maggiore, per il ritiro della spilla ufficiale dei finishers dell’Alta Via delle Dolomiti Bellunesi e la foto di rito, riassuntiva di un momento che sa di 7 lunghi giorni tra le Dolomiti più selvagge e meno frequentate.

 

Barban Luca
Provenienza: Italy
Club alpino: CAI di Mirano (V)
Data di partenza: 24/08/2019
Giorni di trekking: 6